Come prima cosa va detto che il regime agevolato è così chiamato perché, rispetto a quello ordinario, oltre a prevedere una tassazione fissa e non a scaglioni progressivi, presenta anche semplificazioni contabili e fiscali: solo per capirsi in entrambi i casi non si paga né l’Iva né l’Irap. Al momento i regimi agevolato a cui si può accedere sono due: il regime dei minimi e il regime forfettario.
Quale Regime Agevolato Scegliere?
Uno è il regime dei minimi dove l’Irpef (la tassa sul reddito) da pagare a fine anno è pari al 5% del reddito calcolato come differenza tra quanto si è incassato e quanto si è pagato. Ovviamente i costi deducibili sono solo quelli inerenti all’attività e non anche le spese personali.
Questa tassazione agevolata si può mantenere per i primi cinque anni di attività, ad eccezione dei giovani che possono mantenerlo anche oltre i cinque anni, ma fino al compimento del trentacinquesimo anno di età. Per essere minimi bisogna però sempre fatturare meno di 30mila euro all’anno: se si supera il tetto addio vantaggi. Chi deve aprire partita IVA può ancora aderire a questo regime entro il 31 Dicembre 2015.
L’altro regime agevolato è il nuovo regime forfettario dove la percentuale di tassazione è del 15%. Occhio però che il reddito non è calcolato come differenza tra costi e ricavi, ma è determinato forfettariamente (da qui il nome attribuito nella prassi al nuovo regime) dal Fisco applicando ai ricavi una percentuale variabile in base all’attività svolta.
Questo regime può essere mantenuto senza limiti di tempo, sempre se si resta nel tetto massimo di fatturato. Anche questa soglia non è fissa, ma varia a seconda dell’attività. In particolare il tetto oscilla tra i 15mila e i 40mila euro annui.
La percentuale fissa di tassazione (5% nel regime dei minimi, 15% nel forfettario) sostituisce infatti il pagamento dell’Irpef e delle addizionali comunali e regionali, nonché il versamento dell’Irap.
Chi opera nel regime dei minimi può confluire volontariamente nel regime forfettario, al contrario chi è nel forfettario non può decidere di adottare i minimi. Per scoprire il più adatto alla propria attività si consiglia di affidarsi ad un professionista, tale scelta potrà comportare un notevole risparmio fiscale.
Inoltre in entrambi i casi le persone che aderiscono non dovranno applicare l’Iva nelle fatture (la spesa finale del cliente sarà quindi più bassa), ma di conseguenza non potranno neanche scaricare l’Iva pagata sugli acquisti (in questo caso quindi il costo sarà più alto, ma almeno nel regime dei minimi è deducibile, nel forfettario non si può invece scaricare).
Infine ultime due caratteristiche in comune: chi sceglie un regime agevolato non è soggetto alla ritenuta d’acconto (incasserà quindi di più dal cliente) e non dovrà tenere la contabilità.